Che cosa riserva alle arti, e in particolare alla poesia, lo sviluppo scientifico e tecnologico? Quale relazione è possibile, e auspicabile, tra la poesia e la scienza? La poesia può avere un ruolo negli ambiti della scienza?
L'autore risponde a queste domande prendendo in esame alcuni frammenti poetici di autori classici e contemporanei, ipotizzando l'invalidità di una descrizione soltanto scientifica e "non poetica della realtà" e pertanto l'incompletezza del dato scientifico nella ricerca di senso. Viene inoltre avanzata l'ipotesi che poesia e scienza possono trovare una forma di sinergia che arricchisce ambedue questi ambiti culturali, a vantaggio ovviamente di un ampliamento di orizzonti e di possibilità.
L'autore risponde a queste domande prendendo in esame alcuni frammenti poetici di autori classici e contemporanei, ipotizzando l'invalidità di una descrizione soltanto scientifica e "non poetica della realtà" e pertanto l'incompletezza del dato scientifico nella ricerca di senso. Viene inoltre avanzata l'ipotesi che poesia e scienza possono trovare una forma di sinergia che arricchisce ambedue questi ambiti culturali, a vantaggio ovviamente di un ampliamento di orizzonti e di possibilità.